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20 agosto 2019

Reliquie funerarie di capelli (epoca vittoriana 7) - Capellomanie Storiche



Il nostro excursus storico nella capellitudine vittoriana prosegue e siamo ormai al settimo articolo.
Oggi parliamo di una peculiarità tipica e un po' macabra del tempo: le reliquie funerarie.
Esse erano oggetti preziosi, gioielli, fermagli, ciondoli, arazzi e i cosiddetti "alberi del ricordo" realizzati coi capelli dei cari trapassati, così da poterli ricordare per sempre.
Quando una persona moriva, in particolar modo quando si trattava di una ragazza, i suoi capelli venivano tagliati e utilizzati per realizzare oggetti da poter portare con sé per ricordarla e "tenerla vicino".
Le reliquie andavano dal semplice medaglione che conteneva una ciocca di capelli, ai pendenti in resina in cui erano immerse ciocche di capelli,  passando per bracciali, collane e orecchini di capelli intrecciati, fino a veri e propri arazzi con intessuti nella trama i capelli del defunto, oppure i succitati alberi del ricordo, che vedremo più approfonditamente nei paragrafi successivi.

L'origine delle reliquie funerarie



I vittoriani avevano un rapporto molto particolare con la morte. La medicina, per quanto avesse fatto passi da gigante rispetto ai secoli passati, non era ancora così avanzata da garantire una sostenuta protezione dalla morte. Nel 1800 si moriva molto facilmente, in particolar modo i bambini, le donne e alcune classi di lavoratori avevano elevate possibilità di morire.
Per i bambini malattie banali come una febbre forte potevano portare alla morte.
Le donne rischiavano la vita a ogni parto, e come abbiamo visto anche a ogni shampoo.
I lavoratori maneggiavano senza alcuna protezione sostanze nocive, talvolta tossiche, che causavano gravi malattie. Un esempio è quello dei tintori di stoffe, che per tingere di verde ricorrevano all'arsenico, esponendo loro stessi, le sarte e i clienti a questo veleno; oppure i cappellai, che usavano il mercurio per modellare i cappelli e con l'esposizione prolungata finivano con il riportare gravi danni neurologici, al punto che in inglese esiste il modo di dire "essere folle come un cappellaio" che ha poi ispirato il personaggio del Cappellaio Matto di Alice nel paese delle meraviglie scritto da Lewis Carrol.
Questi presupposti implicano che la morte fosse una presenza costante nella vita di una persona del tempo, un fattore col quale tutti, sin da giovanissimi, finivano con l'avere contatto.
Tale costanza, unita a una cultura che coltivava in qualche modo un amore per il macabro e il grottesco (il 1800 è il secolo dei Freaks Show, della nascita dello spiritismo, del romanzo gotico), originò tutta una serie di abitudini in riferimento alla morte che al giorno d'oggi ci lasciano abbastanza perplessi.
La reliquia di capelli vittoriana, in realtà, ha un'origine piuttosto semplice e logica: la fotografia non era ancora diffusa e semplice come avviene oggi, era un'arte sperimentale, complessa, e costosa. Conseguentemente non tutti potevano permettersi il lusso di una fotografia, allo stesso modo di un ritratto. Anche le persone piuttosto ricche non avevano modo di concedersi le profusioni di foto cui siamo abituati oggi, e vista l'elevata possibilità di morire dei vittoriani, poteva capitare molto frequentemente di perdere un caro di cui non si possedesse neanche una fotografia. Mentre i ricchi potevano concedersi le fotografie post-mortem (altra bizzarra, ma effettivamente sensata visti i presupposti, abitudine vittoriana di fotografare i familiari prima della sepoltura), le persone di ceti sociali più bassi non potevano permettersi null'altro se non tagliare una ciocca del defunto da poter portare con sé in un sacchettino appeso al collo, così come si faceva già nei secoli precedenti (si hanno testimonianze di tale usanza anche nel medioevo, e vi sono donne che sono state messe al rogo con l'accusa di stregoneria per questo, perché era un'abitudine pagana dei secoli pre-cristiani e quindi eretica).
In particolar modo era un'abitudine delle madri, per tenere con sé qualcosa dei bambini che non erano riusciti a sopravvivere all'infanzia.
 Ben presto questo uso andò diffondendosi anche nei ceti più elevati, e divenne sempre più articolato e sfarzoso.

Tipi di reliquia


Le reliquie, come abbiamo già accennato, potevano essere di tanti tipi, più articolate e complesse a seconda della ricchezza della famiglia del defunto.

Il sacchettino

Questa è la reliquia standard, consiste in una semplice ciocca di capelli avvolta su se stessa (fissata o meno con un nastrino) e custodita in un sacchettino di tela o di pelle da portare appeso al collo.

Il medaglione

Immediata evoluzione del sacchettino, è il medaglione memento mori, un piccolo contenitore bivalve in metallo cesellato con un meccanismo di chiusura a scatto, che si portava al collo come una collana e conteneva appunto una ciocca di capelli.



Il pendente, la spilla e il fermaglio per capelli

Potrebbe sembrare la stessa cosa del medaglione, ma di fatto qui il ciondolo non è un contenitore, ma una piccola cornice finemente lavorata che porta incastonata al centro non una pietra preziosa, ma una colata di resina trasparente in cui è immersa una piccola ciocca di capelli, trattata con gomma arabica perché fosse malleabile come plastilina, accuratamente disposta (a ricciolo, a spirale, a ventaglio) per avere una forma artistica e gradevole alla vista.
Il ciondolo poteva poi essere portato appeso al collo con una catenina, o fissato su una pettinessa o uno spillone per capelli.
A differenza delle due relique precedenti, questo tipo di reliquie erano realizzate da operatori esperti del settore orafo, venivano quindi realizzati su commissione dopo la consegna all'orafo dei capelli del defunto.











Braccialetti, collane, orecchini

Poco a poco l'abitudine di portare con sé reliquie funerarie di capelli si trasformò in una vera e propria moda artistica, per cui gli orafi si ingegnarono a realizzare reliquie sempre più complesse e passarono dai semplici fermagli e pendenti in resina a lavorare direttamente i capelli. Le ciocche venivano divise in gruppi sottilissimi, immerse in gomma arabica e intrecciati finemente per realizzare dei tuboli di capelli intrecciati che venivano poi montati sottoforma di bracciali, collane tortili oppure lavorati a goccia per realizzare degli orecchini, così che la committenza femminile potesse sfoggiare parure con i capelli dei cari trapassati.
Questi gioielli venivano utilizzati particolarmente nei primi anni successivi alla morte del parente, così da testimoniare il lutto, nonostante il ritorno della donna nella società mondana.









Arazzi e quadri

Un ulteriore step artistico fu rappresentato dalla realizzazione di arazzi e quadri di capelli.
Questo tipo di reliquia era in genere prediletto per commemorare le donne giovani con capelli particolarmente lunghi, che si prestavano a una lavorazione di questo tipo.
Nel caso degli arazzi, i capelli venivano tessuti insieme a normalissimi fili per la realizzazione degli arazzi, che poi venivano conservati appesi alle pareti di casa.
Nel caso dei quadri, le ciocche venivano trattate con la gomma arabica e lavorate all'uncinetto formando dei fiori o dei tralci fioriti, o persino vere e proprie ghirlande e custoditi in teche incorniciate da appendere al muro. Questi quadri commemorativi potevano includere scritte a tema oppure il ritratto o la foto del defunto.







Purtroppo non sono riuscita a reperire fotografie di arazzi commemorativi

L'albero del ricordo

Questa reliquia era in genere realizzata su commissione dei mariti con i capelli delle mogli morte giovani. La chioma della defunta veniva trattata con gomma arabica, lavorata in modo da assumere la forma di fronde e tralci vegetali su una struttura in metallo, e il tutto veniva protetto da una campana di vetro.





Chi riceveva le reliquie


Non tutti avevano "diritto" a una reliquia funeraria, e la rigida etichetta vittoriana aveva delle regole anche per questo.
Le reliquie più importanti ed elaborate erano destinate ai familiari più prossimi (genitori, fratelli e sorelle, figli, coniugi), mentre agli amici più stretti si riservavano (salvo precise disposizioni date dal defunto prima di morire) reliquie più semplici come i pendenti e i fermagli. Solo in rari casi le famiglie più facoltose concedevano ai conoscenti il dono di un medaglione contenente una ciocca di capelli del defunto.
A noi, oggi, può sembrare abbastanza sacrilego questo scambio di capelli, ma c'è da dire che per i vittoriani anche la morte si trasformava in un evento sociale.
Un funerale veniva trattato alla stregua di un ballo o un altro evento mondano. Si spedivano inviti ad amici e parenti per assistere all'esposizione della salma nella camera ardente, al funerale e alla sepoltura. La casa veniva addobbata con ghirlande nere e altre decorazioni adatte all'evento. Si organizzavano ricchi buffet con cibi che venivano realizzati soltanto per queste occasioni e si doveva seguire un bon ton estremamente articolato, sia da parte della famiglia del defunto, sia da parte degli invitati.
Se vi interessa approfondire l'argomento vi lascio in seguito alcuni interessanti articoli scritti su goticomania che sono molto accurati a riguardo:
Funerale vittoriano - il lutto
Funerale vittoriano - un evento sociale
Funerale vittoriano - il buffet
Funerale vittoriano - dopo il funerale
Funerale vittoriano - l'etichetta del lutto

La moda delle reliquie


L'uso delle reliquie funerarie divenne così alla moda, a un certo punto, che la richiesta di monili era troppo elevata rispetto alla quantità di materia prima (i capelli) che veniva fornita per la lavorazione. Così, per evitare di realizzare opere troppo misere e scarne, gli orafi iniziarono ad acquistare capelli, esattamente come facevano i parrucchieri per la realizzazione di posticci, così da poter rimpinguire la quantità di capelli da utilizzare per le reliquie.
Questo significa che molto spesso una reliquia funeraria conteneva una piccolissima quantità dei capelli del defunto, mentre di fatto la maggior parte dei capelli utilizzati provenivano dalle chiome di donne vive e vegete che vendevano i capelli per guadagnare qualcosa.


Anche oggi il nostro viaggio nella capellitudine vittoriana si ferma qui, proseguirà nel prossimo articolo della rubrica con un argomento ben meno macabro di quello attuale.
Spero comunque che, nonostante il tema grottesco, questa lettura sia stata di vostro gradimento.

VIDEO CORRELATI



2 commenti:

  1. Buongiorno a tutti, mi è piaciuto moltissimo questo articolo. Sto scrivendo una tesi di laurea sui capelli e mi piacerebbe sapere se è possibile avere delle note bibliografiche per questo articolo, in modo da reperire i vari libri.

    Grazie Arianna

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  2. Buonasera, trovo l'articolo molto bello, ma tengo a precisare, che non trovo affatto questa un'usanza macabra, altresì penso sia una romantica usanza, voler tener con se, parte dei capelli di una persona cara.. era uso farlo anche all'epoca di Maria Antonietta e nella Francia del 1600 era un'usanza romantica anche scambiarsi ciocche di capelli tra innamorati che erano lontani.. ogni persona può interpretare l'argomento a suo piacere, ma nelle persone sensibili, questo è da pensare come un ricordo d'amore e di affetto, verso chi fisicamente non c'è più..e pertanto non è macabro ma molto commovente

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