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24 giugno 2022

Perché cadono i capelli - Teoria del Capello


Come abbiamo visto nell'articolo (che puoi recuperare QUI) precedente, esiste una motivazione fisiologica alla caduta del capelli, ed è la fase telogen, ossia quando il capello, durante fase di riposo del follicolo, finisce col distaccarsi dal proprio ancoraggio e si sfila dall’alveo follicolare.
Esistono però situazioni in cui il capello non cade per motivi strettamente legati alla fase telogen, ma in conseguenza a tutta una serie di concause che ne determinano un distacco anomalo. Scopriamoli insieme.

Telogen effluvium stagionale



Esiste un periodo dell’anno, nei mesi autunnali, in cui la caduta fisiologica aumenta per circa 3-4 settimane (a volte anche per più di un mese), ma che non è correlata a problematiche di salute. Nella cultura popolare, questo periodo viene chiamato “il periodo delle castagne” perché generalmente coincide con il tempo di raccolta di questi frutti.
Il calo delle temperature nei mesi di settembre e ottobre, infatti, costringe l’organismo a risettare la propria organizzazione.
Innanzitutto avviene un cambio di pressione sanguigna, che riduce l’afflusso di sangue ai capillari periferici, rendendo di conseguenza le aree che potremmo dire secondarie del corpo meno alimentate e ossigenate, e come dico sempre i capelli sono la periferia della periferia del corpo, quindi è la prima parte a cui l’organismo taglia i viveri.
Di conseguenza cambia la distribuzione dei nutrienti, che vengono indirizzati in quantità maggiori verso gli organi vitali per garantire il mantenimento della temperatura interna, riducendo così l’alimentazione dei follicoli e la quantità di materiale disponibile per la produzione dei fusti.
Questo cambiamento stimola alcuni follicoli al termine della fase anagen ad anticipare l’ingresso in fase catagen, per cui avremo ben presto molti più capelli del solito in fase telogen, e ne perderemo di più.
Finché questo fenomeno si limita a durare qualche settimana o al massimo un mese e mezzo, non c’è da preoccuparsi, perché è fisiologico e favorisce un rinnovo della chioma in previsione dei mesi più freddi. Se però questa caduta maggiorata perdura per troppo tempo, o è caratterizzata dalla perdita quotidiana di più di 250 capelli, allora è possibile che sia correlato anche un problema di altra natura che va individuato e risolto.
Esistono molti sistemi per aiutare la chioma ad affrontare questo periodo dell’anno: 

  •  curare l’alimentazione prediligendo quei cibi che favoriscono l’apporto di nutrienti utili alla produzione dei capelli (come la frutta secca, ricca di proteine specifiche nella costruzione dei capelli, gli agrumi, che contengono vitamina C, verdure a foglia verde e legumi ricchi di folati, da cui l’organismo ricava acido folico)
  •  idratarsi correttamente bevendo acqua e tisane (no alcol, no bevande gasate che disidratano) così da non lasciarsi andare a una riduzione drastica dell’idratazione a causa del calo delle temperature che ci induce a bere di meno
  •  trattamenti topici come impacchi e bagni alla cute senza risciacquo di preparati che contrastano la caduta dei capelli (ne parliamo approfonditamente nel podcast doni della natura che puoi ascoltare QUI).

Telogen effluvium post-partum


Questo tipo di caduta massiva dei capelli è una fase fisiologica che le donne affrontano alla fine di una gravidanza ed è causata dal riequilibrio ormonale che segue il parto.
Durante la gestazione, infatti, il nostro corpo viene inondato da quantità di estrogeni notevolmente superiori alla media così da far lavorare l’intero organismo in sincronia con la piccola nuova vita che sta crescendo.
Gli estrogeni sono ormoni femminili che contribuiscono anche al processo di crescita del capello. La loro massiva produzione in gravidanza porta i follicoli in una sorta di “fase sospesa”, prolungando naturalmente la fase anagen e riducendo notevolmente l’ingresso dei follicoli in fase catagen e telogen.
È molto frequente, infatti, che una donna in gravidanza riscontri un infoltimento della chioma correlato a una riduzione evidente dei capelli persi quotidianamente, e una qualità del capello nettamente migliore al passato.
Con il parto, il corpo si riorganizza: la produzione di estrogeni crolla e avviene un picco di prolattina, l’ormone responsabile della produzione del latte materno, che ha un effetto sui capelli opposto a quello degli estrogeni.
La prolattina, infatti, accelera l’ingresso dei follicoli in fase catagen e telogen.
Il lavoro sinergico di questi due fenomeni ormonali causa un aumento massiccio nella caduta dei capelli entro due mesi dal parto e dura all’incirca 8-10 mesi, rientrando nella norma in modo del tutto naturale.
Durante questa fase, una donna può arrivare a perdere anche 300 capelli al giorno.
Il telogen effluvium post-partum può essere ulteriormente aggravato da:

  • stress e ansia, soprattutto nelle madri primipare 
  • stanchezza a causa del sonno frammentato
  • anemia
  • alimentazione scorretta
Se durante il parto, infatti, la madre ha perso molto sangue, la condizione anemica in cui potrebbe trovarsi, può contribuire a peggiorare la fase di defluvium capillare. Se dopo la nascita del piccolo la madre non cura a sufficienza la propria alimentazione, la condizione di allattamento può portare a carenze vitaminiche che peggiorano la situazione dei capelli.

E se in gravidanza continuo a perdere tanti capelli?

Non tutte le donne riscontrano un infoltimento dei capelli durante la gravidanza, ma anzi riscontrare una perdita di capelli maggiorata.
Esistono diversi fattori di salute che contribuiscono a questa problematica, come:

  • diabete gestazionale
  • Problemi tiroidei
  • Oscillazioni ormonali
  • Grave nausea e vomito eccessivo
  • Grave anemia
  • Carenze vitaminiche e alimentari in generale
  • Stati continui di ansia e stress prolungato

Nel caso fossi una lettrice in gravidanza che riscontra questa problematica, ti suggerisco di parlarne con il tuo ginecologo affinché ti indirizzi verso lo specialista più adatto per risolvere il problema, perché queste condizioni non nuocciono solo ai capelli, ma anche al tuo organismo e alla vita che porti in grembo.

Alopecia areata


L’alopecia areata è uno stato irritativo a carico dei follicoli di carattere autoimmune. Colpisce in egual modo uomini e donne di età compresa tra i 20 e i 30 anni. Si presenta con una perdita di capelli in zone localizzate di forma circolare che solitamente si concentrano nella zona occipitale del cranio.
In questa malattia, il sistema immunitario aggredisce i follicoli, interferendo con le loro funzioni.
Non sono ancora conosciute le ragioni di questo evento, ma gli studi evidenziano una predisposizione genetica, che può essere aggravata da condizioni di stress, malnutrizione e gravi carenze di ferro.
Solitamente, l’alopecia areata ha una risoluzione spontanea e nell’arco di un anno il 50% dei capelli riprende a crescere, purtroppo si tratta di una malattia recidivante, quindi può presentare delle ricadute e delle recrudescenze.
La terapia prevede l’uso di corticosteroidi, che vanno a ridurre il processo infiammatorio e inibiscono l’azione autoimmune dell’organismo ai danni dei follicoli.
Per coadiuvare la terapia in modo naturale, è utile fare ricorso all’uso topico di piante con proprietà anticaduta e curare l’alimentazione per eliminare eventuali carenze alimentari. È utile anche condire i propri piatti con la curcuma, che ha potenti proprietà antinfiammatorie.

Alopecia androgenetica



L’alopecia androgenetica, detta anche calvizie comune è ben diversa dall’alopecia areata, innanzitutto non è una malattia, ma può essere considerata un fattore fisiologico del tutto naturale. Essa determina una progressiva e irreversibile perdita di capelli.
Colpisce circa il 70% degli uomini e il 40% delle donne a partire dalla mezza età in poi, ma si possono riscontrare anche casi di alopecia androgenetica precoce in soggetti nettamente più giovani.
Il nome stesso ci aiuta a comprendere le cause di questo tipo di perdita di capelli: affinché l’alopecia androgenetica si presenti, infatti, è necessaria la presenza di ormoni androgeni, ossia il testosterone, che è tipicamente maschile, e una predisposizione genetica che rende i follicoli particolarmente sensibili all’azione di questi ormoni.
A livello dei follicoli viene prodotto un enzima che prende il nome di 5alfa-reduttasi, il quale trasforma il testosterone in diidrotestosterone, detto anche brevemente DHT.
Il DHT influisce su tutti i peli del corpo: provoca infatti l’irsutismo, ossia un ispessimento e un aumento dei peli del corpo, mentre in cute causa la sincronizzazione delle fasi di crescita, causando un telogen effluvium massivo, a cui segue gradualmente la miniaturizzazione e l’atrofia dei follicoli, causando la perdita definitiva dei capelli.
Esistono soggetti in cui la predisposizione genetica provoca un’iperattività dell’enzima alfa-reduttasi, che andrà a trasformare molto più testosterone in diidrotestosterone, generando l’alopecia androgenetica.
La cura della calvizie comune è ancora in corso, ma si sono notati notevoli risultati con l’uso di farmaci che inibiscono l’attività dell’enzima alfa-reduttasi e rallentano la miniaturizzazione dei follicoli.
Tra le sostanze naturali che contribuiscono a ridurre l’attività dell’enzima vi ricordo la curcuma.

Disturbi e carenze alimentari


Un ultimo fattore, ma non meno importante, di cui ci tengo a parlarvi, che può causare una perdita anomala di capelli sono i disturbi alimentari.
Anoressia, bulimia e obesità compromettono gravemente l’equilibrio del nostro organismo, causano scompensi ormonali e carenze proteiche, vitaminiche e di sali minerali essenziali non solo alla crescita dei nostri capelli, ma al corretto funzionamento di tutto il nostro corpo.
I disturbi alimentari sono delle vere e proprie malattie, che possono avere origini organiche, come un malfunzionamento tiroideo o un malassorbimento dei nutrienti durante la fase digestiva (che può essere originato da malattie a carico dell’intestino), ma anche origini psicologiche.
Stress, depressione, dolori emotivi molto intensi, maltrattamenti subiti nell’infanzia, o in una relazione, o sul luogo di lavoro, possono compromettere il nostro benessere mentale e indurci a compensare il malessere distorcendo il nostro rapporto con il cibo.
Non si tratta dunque di un capriccio o una fase, ma di malesseri reali, con decorsi anche mortali, spesso presi sotto gamba da chi ci circonda e negati da noi stessi.
Il primo passo da compiere, in questo caso, è riconoscere che abbiamo un problema, e quindi muoverci in direzione di una risoluzione realistica ed efficace.
Il supporto di uno psicoterapeuta e di un nutrizionista in questi casi è necessario, prima di giungere a stadi così gravi da risultare irrisolvibili e che possono condurci alla morte.
Vi parlo da ex anoressica.
Non abbiate paura.
Una malattia non vi rende deboli, sciocchi, esagerati o incapaci.
Vi rende solo malati, e non c’è niente di male in questo.
Vi date degli sciocchi quando prendete l’influenza o il raffreddore? No.
Allora perché dovreste farlo se soffrite di disturbi alimentari?
Cercate aiuto, cercate un supporto medico.
Non tutti vi capiranno, perché le problematiche legate alla psiche vengono tutt’oggi sottovalutate e denigrate, ma voi dovete pensare al vostro benessere, non a quello che dicono gli altri. È vostro il corpo che sta soffrendo, non loro, e quindi il loro parere non ha valore.
Lasciate che chi vi ama vi aiuti, chiedete loro aiuto, rivolgetevi agli specialisti che possono aiutarvi, e soprattutto, imparate a volervi bene, perché nessuno potrà mai amarci più di noi stessi, e se non ci amiamo non riconosceremo mai il nostro vero valore.


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