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31 luglio 2019

Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire (epoca vittoriana) - Capellomanie Storiche

donna vittoriana con capelli lunghissimi al pavimento


Nello scorso articolo abbiamo visto insieme come venivano lavate le lunghe chiome della dama vittoriana.
Nell'articolo di oggi ci occupiamo di un rituale più quotidiano dello shampoo: come la donna vittoriana pettinava e spazzolava i suoi lunghi capelli. Abbiamo fatto qualche cenno già nell'articolo relativo agli accessori da toeletta, ma oggi intendo parlarne approfonditamente
Per la dama vittoriana il momento in cui doveva pettinare i capelli era quasi sacro. Era uno dei pochi momenti del giorno in cui scioglieva i suoi lunghi capelli e poteva godere della bellezza della sua chioma libera.
Non tutte le donne pettinavano e spazzolavano i loro capelli da sole. Nei ceti sociali più elevati e benestanti era usanza avere una cameriera personale che, tra le altre mansioni, doveva occuparsi di pettinare e acconciare la chioma della padrona.
Le regine, le principesse e i principali esponenti femminili delle case reali avevano a servizio, oltre alle cameriere personali, anche dei parrucchieri, il cui unico compito era quello di pettinare e acconciare i capelli sia nel quotidiano, sia nelle occasioni ufficiali.
Le dame presenti a corte che non potevano permettersi un parrucchiere personale avevano comunque a disposizione i parrucchieri di corte, che però si limitavano a preparare le acconciature, in quanto della pettinata si occupava la cameriera personale della dama.
Nei ceti più bassi e meno abbienti si ricorreva all'aiuto di madri, figlie, sorelle, cugine e amiche per pettinarsi a vicenda.

Come venivano pettinati i capelli



Pettinare i capelli era un rituale. Come tutte le cose in epoca vittoriana seguiva una precisa "etichetta". Se in altri ambiti l'etichetta era necessaria per la propria reputazione e per l'onore della famiglia, nell'ambito tricologico aveva lo scopo di rendere i capelli quanto più belli e lunghi possibile, quindi le fasi precise avevano uno scopo funzionale, e non puramente apparente.

Districaggio




Come ormai ben sappiamo, la donna vittoriana una volta entrata in società (cosa che avveniva tra i quindici e i diciotto anni) era tenuta a portare sempre i capelli raccolti. Questo significa che per prima cosa, al momento di districare i capelli, la cameriera personale andava a rimuovere gli accessori che ornavano e sostenevano l'acconciatura.
Torciglioni, spirali e trecce venivano sciolti e i capelli ricadevano liberi sulla schiena della padrona in tutta la loro magnificente lunghezza.
A questo punto la cameriera prendeva una prima ciocca di capelli e, sostenendola con una mano a circa venti centimetri dalle punte, iniziava a districare con un pettine, risalendo a piccoli colpi fino alle radici, e passando poi alla ciocca successiva, e così via fino a pettinare tutta la chioma. In genere la chioma veniva idealmente divisa in 8-10 ciocche, così da ottenere un districaggio accurato.
Se la dama era giovane e nubile, gli ultimi trenta o quaranta cm di capelli potevano presentare dei nodi perché nelle acconciature venivano lasciati sciolti e acconciati solo in boccoli col ferro arricciacapelli o i diavolini. Se la dama era sposata o aveva superato i ventisette anni, la quantità di nodi era pressoché nulla o comunque molto irrisoria perché i capelli venivano totalmente raccolti, e come ben sanno tutte le capellone che mi seguono, un capello raccolto o intrecciato non si annoda.
Se la toeletta aveva un doppio pettine, la prima pettinata era realizzata con quello a denti più larghi, mentre la seconda con quello a denti più stretti. Talvolta il pettine a denti larghi dei vittoriani era di fatto il nostro pettine normale, perché quello a denti stretti era in realtà a denti strettissimi e serviva a rimuovere eventuali pidocchi e relative uova dalla capigliatura.
Lo so che leggere di chiome lunghissime e splendide infestate dai pidocchi rovina l'immagine romantica della dama vittoriana, ma in realtà questo problema era piuttosto frequente, anche tra i membri dei ceti più elevati, a causa delle problematiche che ho già spiegato all'inizio dello scorso articolo in merito all'igiene.
Generalmente, la chioma della dama vittoriana non presentava nodi perché era tenuta sempre acconciata, e in realtà il districaggio vero e proprio (quello a cui sono abituate tutte le persone moderne) che è una piccola lotta coi nodi era fatto dopo lo shampoo per favorire l'asciugatura all'aria dei capelli bagnati, quello che veniva fatto quotidianamente serviva ad eliminare i nodi alle punte e a riattivare la circolazione del cuoio capelluto dopo tante ore di acconciatura.

ragazza vittoriana con capelli lunghissimi allo specchio

Applicazione di prodotti profumati


I vittoriani avevano completamente rivoluzionato il loro modo di vivere rispetto alle generazioni settecentesche, avevano però conservato un'eredità di quel tempo: l'abitudine di profumare i capelli.
La quasi totalità delle dame vittoriane profumava i capelli ricorrendo a distillati di fiori con proprietà utili alla salute dei capelli, tisane, oli aromatici (praticamente oleoliti realizzati con piante fortemente profumate) così da dare alla chioma un odore piacevole e nel contempo, come nel caso degli oli, favorire la durevolezza dell'acconciatura.
Il prodotto veniva nebulizzato o distribuito in gocce su tutta la chioma (nel caso degli oli si tendeva ad evitare di risalire fino alla cute) e veniva diffuso inizialmente utilizzando le mani e successivamente aiutandosi con la cinghialina.
Profumare i capelli non era una pratica quotidiana, si prediligeva farlo quando ci si doveva recare in visita da amici e parenti, oppure nelle occasioni mondane.


Spazzolata


La fase più importante del rituale consisteva nella spazzolata della capigliatura.
Con intervalli di shampoo così lunghi la spazzola era la migliore alleata contro la polvere e le impurità che si accumulavano quotidianamente sui capelli ed era uno strumento necessario per distribuire verso le lunghezze il sebo che si andava via via formando in cute.
A quel tempo il sebo era considerato diversamente da come lo consideriamo noi oggi, come abbiamo visto nel primo articolo del nostro viaggio storico nel 1800, i vittoriani ne avevano infatti riconosciuto la funzione protettiva dei fusti. 
A differenza delle passate di pettine, che avvenivano risalendo la chioma, le passate di spazzola venivano eseguite partendo dalle radici e scendendo fino alle punte in un unico movimento, al massimo in due se i capelli erano particolarmente lunghi. Questa modalità di spazzolare i capelli permetteva di spingere il sebo verso il basso e di trapazzare meno le punte.
In molti blog si legge che, per evitare di appiattire i capelli in radice, la cameriera sollevasse le ciocche tra due dita e iniziasse a spazzolare evitando i primi due o tre centimetri di radici così da evitare di appiattire i capelli in cute.
Non ho trovato riscontro di questa pratica nei manuali del tempo a mia disposizione, né le fotografie mostrano questa ricerca di radici voluminose (tutt'altro, in alcuni periodi del secolo più il capello si appiattiva in radice più l'acconciatura risultava riuscita), oltretutto questa tecnica di spazzolamento avrebbe inficiato il lavoro principale della spazzola, ossia quella di raccogliere il sebo in cute per poterlo spostare verso le lunghezze.
La spazzolata veniva eseguita in modo molto accurato lavorando piccole ciocche singolarmente e poi dando altre passate finali all'intera chioma.
Questo passaggio era il più lungo di tutto il processo. I manuali suggerivano di spazzolare i capelli molto a lungo, sia per pulirli a fondo, sia perché spazzolando e distribuendo il sebo i fusti si ammorbidivano e disciplinavano.
Anche il numero di spazzolate era disciplinato da regole precise, si suggerivano infatti almeno cento colpi di spazzola, soprattutto per quanto riguardava la spazzolata della sera.
Questo suggerimento è sopravvissuto fino a noi e molte capellone (inclusa la sottoscritta) lo adottano ancora con ottimi risultati, e ovviamente con le dovute modifiche per evitare la sovrastimolazione delle ghiandole sebacee.


Un buon set da toeletta includeva almeno due spazzole, una rettangolare per lavorare la chioma grossolanamente, e una ovale per agire in modo più dettagliato. I set delle sovrane spesso avevano ben più di queste due sole spazzole e potevano arrivare a contarne fino a sei, di forme e dimensioni diverse, con le setole disposte in maniera più o meno fitta, e ancora con setole di diversa durezza così da effettuare una spazzolata a regola d'arte.
Nel set da toeletta di Sissi del castello di Schonbrunn, tutt'ora esposto nel palazzo, contiamo ben cinque spazzole.

Tavolo da toeletta di Elisabetta d'Austria nel castello di Schonbrunn

Focus:
La spazzola di setole

Quanto spesso si pettinavano i capelli


La regola sociale, e il buon senso, prevedevano che i capelli fossero pettinati e spazzolati almeno tre volte al giorno: al mattino, dopo pranzo e alla sera prima di andare a letto.
In realtà spesso, soprattutto durante la stagione mondana, le sedute di spazzolatura aumentavano di numero esponenzialmente agli impegni e ai cambi d'abito della dama.

Cameriera personale che pettina i lunghi capelli della sua padrona

La pettinata mattutina


Veniva effettuata subito dopo le abluzioni quotidiane a viso e mani. La cameriera personale metteva sulle spalle della padrona una mantellina, così da evitare che i capelli caduti restassero impigliati sulla camicia da notte.
La treccia notturna, oppure i diavolini per ottenere i boccoli, venivano sciolti, e iniziava il rituale.
A noi potrà sembrare strano, ma generalmente i capelli venivano acconciati prima della vestizione, questo per evitare che fossero d'impiccio durante la tiratura del corsetto, che era una vera e propria fatica erculea sia per la domestica, sia per la padrona.
La pettinata mattutina non era particolarmente lunga ed elaborata, infatti i capelli venivano spazzolati solo per una decina di minuti circa.

La pettinata pomeridiana


Questa avveniva dopo pranzo (che i vittoriani chiamavano colazione) che era l'ora in cui l'etichetta del tempo prevedeva una svolta della giornata. L'intimità e la semplicità tenute in casa venivano abbandonate per prepararsi alle visite di cortesia (da fare o da ricevere), e questo richiedeva un cambio d'abito. Era dunque necessario cambiare acconciatura e pettinare nuovamente i capelli.
Questa seconda pettinata della giornata era brevissima, perché era sufficiente riavviare rapidamente le ciocche e disciplinarle con pochi colpi di spazzola prima di acconciarli di nuovo.
In questa fase poteva esserci una seconda pettinata pomeridiana, che veniva effettuata prima di cena (che i vittoriani chiamavano pranzo) qualora la dama fosse invitata a una cena, oppure dopo cena, qualora l'invito fosse stato per un balletto a teatro, una festa da ballo o un gala.
La pettinata per questi eventi era accurata come fase preparatoria all'acconciatura e prevedeva anche l'applicazione di sostanze aromatiche per profumare la chioma.


La pettinata serale


L'ultima pettinata della giornata era quella che potremmo definire il vero e proprio rito. Per quest'ultima seduta, infatti, l'etichetta prevedeva ben venti minuti di spazzolata.
Era importantissimo che tutto fosse fatto al meglio perché la cute, affaticata dal peso delle acconciature, e i capelli provati dagli impegni, tra sudore (vi ricordo che la dama vittoriana indossava fino a tre camicette e otto sottogonne anche in estate), polvere che si sollevava dalle strade, trazioni e torsioni delle acconciature, potessero ricevere refrigerio.
Era durante questa spazzolata che, qualora fosse stato necessario, la cameriera avrebbe applicato sui capelli della dama unguenti e lozioni utili a migliorare la crescita e l'aspetto dei capelli.
Dato l'ultimo colpo di spazzola, la capigliatura veniva intrecciata oppure suddivisa in piccole ciocche che venivano avvolte sui diavolini per garantire l'amato boccolo a cannolo tanto caro ai vittoriani.

Una Sissi molto poetica, ma storicamente errata
Anche questo articolo finisce qui, ma il nostro viaggio proseguirà nel prossimo articolo.

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