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09 gennaio 2022

Il colore dei capelli - Teoria del Capello



L'articolo di oggi è un approfondimento alla terza puntata del podcast Teoria del Capello (che potete ascoltare QUI).
Oggi scopriamo insieme il fantastico sistema di pigmentazione del capello.

Cosa determina il colore dei capelli


Il colore dei nostri capelli è determinato dal nostro patrimonio genetico e dipende da una classe di proteine insolubili in acqua preposte proprio alla funzione di dare un pigmento al fusto: le melanine.
Sono prodotte all’altezza del follicolo da cellule specifiche chiamate melanociti.
Queste proteine sono presenti anche nell'iride dei nostri occhi e nel tessuto che costituisce la nostra pelle. Quando ci esponiamo al sole viene prodotta in quantità maggiori generando il fenomeno dell’abbronzatura.
Nei capelli troviamo tre tipi di melanina:

  • Eumelanina, responsabile della colorazione bruna o nera
  • Feomelanina, responsabile della colorazione bionda
  • Tricosiderina, responsabile della colorazione rossa



La diversa concentrazione di questi tre tipi di melanine viene gestita da un gene presente sul cromosoma 16, il Melanocortin 1 Receptor (MC1R), e determina una diversa colorazione del capello.
Quando questo gene si presenta attivo, viene prodotta eumelanina, quando è inattivo, viene prodotta feomelanina.
L’eumelanina raggruppa a sua volta due tipi di melanine: l’eumelanina nera, ricca di magnesio, che determina una pigmentazione nera; e l’eumelanina bruna, ricca di piombo, che determina una pigmentazione castano scuro.
Questo tipo di proteine si presentano più granulose rispetto agli altri tipi di melanina, si dispongono longitudinalmente lungo il fusto e frequentemente sono presenti anche nel midollo capillare. La loro granulosità influisce anche sullo spessore del capello: generalmente, infatti, le persone con capelli scuri hanno fusti più spessi rispetto a chi ha capelli chiari.
L’eumelanina è un tipo di pigmento fotostabile, significa che l’esposizione ai raggi UV non ne causa la degradazione proteica.
La feomelanina è una proteina ricca di ferro che determina una pigmentazione bionda. Questa proteina è meno granulosa rispetto all’eumelanina e si dispone nel fusto in maniera più casuale e diffusiva.
La feomelanina è un pigmento fotosensibile, significa che la sua struttura chimica può degradarsi e compromettersi a causa dell’esposizione ai raggi solari.
Questo è il motivo per cui è bene, per preservare la salute dei nostri capelli, proteggerli sempre con un cappello o un foulard quando ci esponiamo per lungo tempo al sole estivo, in particolar modo se abbiamo i capelli chiari.
Una curiosità riguardo la feomelanina è che sembrerebbe più presente nel sesso femminile. Le statistiche infatti mostrano come una chioma bionda o comunque tendenzialmente più chiara sia riscontrabile nel doppio delle donne rispetto agli uomini, nei quali è più frequente trovare una pigmentazione dei peli scura.
La tricosiderina, che attualmente prende il nome di tricocromo, è il pigmento rosso che altera la composizione della feomelanina e rende i capelli rossi.

Rutilismo

Con il nome di rutilismo viene definita la condizione di chi ha i capelli rossi.
Questa componente viene attivata da un'alterazione del gene MC1R ed è solitamente una caratteristica recessiva.
Alcuni studi hanno evidenziato che la mutazione ha carattere dominante nei confronti del biondo, mentre ha carattere recessivo nei confronti del bruno, altri studi sono invece giunti a conclusioni diverse, in quanto ad esempio in Scozia vi è una percentuale di persone rosse più elevata rispetto alla Svezia, nonostante gli scozzesi presentino più frequentemente chiome brune rispetto agli svedesi.
Le alterazioni genetiche che sono all'origine del rutilismo influenzano anche la resistenza al dolore delle persone perché esse vanno a mutare un ormone recettore responsabile nel contempo della produzione delle melanine e delle endorfine. Chi ha capelli rossi, dunque, ha una minore resistenza al dolore e necessita di dosi di analgesici e anestetici maggiorate rispetto a chi ha capelli di altro colore. Gli uomini coi capelli rossi mostrano di risentire di questa mutazione in modo più preponderante rispetto alle donne dai capelli rossi.
Attualmente solo il 2% della popolazione mondiale ha capelli con una pigmentazione rossa.
Dai risultati degli studi scientifici, le chiome rosse sono destinate a diventare sempre più rare, fino probabilmente a svanire del tutto nel corso del tempo. Anche se questo determinerà una scomparsa del colore, la mutazione genetica continuerà a circolare di generazione in generazione, e non è detto che un giorno non possa tornare a ripresentarsi sotto forma di chioma fulva.



Come funzionano i melanociti

L’attività dei melanociti non inizia sempre da subito, talvolta il MC1R che innesca l’attività dei melanociti si attiva solo in presenza di alcuni ormoni nel sangue, per cui è possibile che alcune persone scoprano il vero colore dei loro capelli solo durante l’adolescenza. Questo fattore spiega perché molti bambini nascano biondi o comunque con capelli chiari e si scuriscano nel tempo.
In particolare, è questo a determinare il leggero scurimento (talvolta di un tono o due) nelle persone bionde, che da piccole presentano spesso una capigliatura dorata o biondo miele e crescendo possono assumere una pigmentazione più cinerina o che vira al castano chiaro.
I melanociti non sono eterni, come tutte le parti del nostro corpo le cellule che li compongono hanno un arco vitale e poi muoiono, venendo sostituite da cellule nuove che vengono generate da una riserva di cellule staminali presenti nel follicolo.
Quando questa riserva si esaurisce, avviene il processo di incanutimento, ossia la produzione di una chioma priva di pigmento.

Perché i capelli diventano bianchi



Con l’avanzare dell’età, la replicazione cellulare del nostro organismo inizia a presentare quelli che potremmo definire dei difetti di fabbricazione, anche se si tratta di un processo naturale e fisiologico, per cui le cellule non lavorano più con l’efficienza di un tempo.
Poco a poco i melanociti finiscono col lavorare con un ritmo non uniforme, generando quindi capelli privi di pigmento in alcune zone e la chioma inizia a mostrare i primi capelli bianchi. In genere questo processo inizia intorno ai 30 anni e si completa verso i 50 anni. L’età massima in cui un soggetto può mantenere anche parzialmente il proprio colore di capelli è in genere intorno ai 70 anni.
Via via che si invecchia, i melanociti scompaiono quasi del tutto e hanno un’attività molto lenta e diradata, e la nostra chioma diventa bianca.
Talvolta i capelli non sono del tutto bianchi, possono essere infatti di un grigio-argento o un giallino leggerissimo, e questo è dovuto a una produzione residua, ma molto scarsa, di melanina (è infatti frequente che chi ha avuto capelli molto scuri in giovinezza presenti in vecchiaia una chioma grigia, mentre chi era biondo può presentare una chioma che vira leggermente al paglierino).

Cosa peggiora l'incanutimento


Il processo di incanutimento può venire anticipato per:

  • Fattori genetici, possiamo infatti nascere con una scarsa riserva di cellule staminali e quindi perdere la produzione di melanociti precocemente.
  • Cattiva alimentazione, che causa carenze di vitamine, minerali e proteine indispensabili alle funzioni vitali dei melanociti, intaccandone i processi produttivi
  • Traumi fisici ed emotivi, che vanno ad alterare i livelli ormonali nell'organismo, interferendo con l'attività generale dei follicoli, inclusa quella dei melanociti. Uno degli esempi più famosi di incanutimento da trauma emotivo è la sindrome di Maria Antonietta, dal dome della regina di Francia, i cui capelli dopo la cattura durante la rivoluzione francese crebbero completamente bianchi. 
  • Assunzione di medicinali, alcuni farmaci interferiscono con l'attività follicolare, causando alterazioni nella produzione di melanina, riduzione della produzione del capello, caduta anomala dei fusti
  • Processi irritativi a carico della cute, malattie come dermatiti (seborroiche e non), micosi e altri attacchi batterici possono intaccare la produzione di melanina, portando l'area colpita a produrre capelli bianchi
  • Stress, in particolar modo si è potuto osservare che lo stress prolungato, portando l’organismo a produrre grandi quantità di cortisolo, ha un’influenza negativa sull’attività dei melanociti, questa sostanza blocca infatti l’attività dell’enzima tirosinasi, che ossida la tirosina permettendo la formazione delle melanine. Il blocco di questo processo può determinare la comparsa precoce di capelli bianchi.

Alterazioni della pigmentazione


Albinismo e vitiligine

Esiste un problema genetico per cui l’organismo non produce tirosinasi, l’enzima responsabile della formazione delle melanine. Viene chiamato albinismo quando colpisce tutti i melanociti del corpo (capelli, iride e pelle), per cui abbiamo capelli bianchi o appena viranti a un biondo platino chiarissimo, iridi incolori che mostrano il fondo rosso della retina oculare e pelle bianchissima che necessita di uso costante di filtri che proteggano dai raggi UV (perché appunto, non producendo melanina, il tessuto è privo della naturale protezione all’esposizione solare e il soggetto invece di abbronzarsi si ustiona molto facilmente). Viene chiamato vitiligine quando colpisce solo delle aree del corpo, in particolar modo la pelle, dando al tessuto un aspetto “a macchie”.




Piebaldismo

Esiste anche un altro fattore genetico che colpisce la chioma, si chiama piebaldismo e consiste in una zona circoscritta completamente depigmentata, per cui in quell’area si sviluppa una ciocca bianca. Il piebaldismo non genera alcuna problematica di salute, è solo una particolarità che influisce sull’estetica.



Pigmentazione a mosaico

Non è propriamente un'alterazione nella colorazione dei capelli, ma non è presente in modo così visibile in tutti. La chioma infatti non è quasi mai costituita da fusti di colore perfettamente identico, ogni fusto può presentare una leggera differenza cromatica dagli altri, orientata ovviamente sulla stessa gamma di colore. In alcuni soggetti questa differenza è così evidente da generare ciocche di capelli che differiscono di colore anche di un tono e quindi essere visibile ad occhio nudo. In questo caso si parla di pigmentazione a mosaico.
Esattamente come il piebaldismo, questa caratteristica non ha alcuna influenza sulla salute del soggetto.

Fonti:
https://www.mondocapelli.eu/capelli/colore-capelli/#ilcoloredeicapelli
https://www.ilgentiluomo.it/dizionario-dei-capelli/
https://it1.ncmhcso.org/melanin-in-hair-20134#menu-1
https://www.humanitasalute.it/benessere/92819-perche-vengono-i-capelli-bianchi/
https://www.focus.it/scienza/salute/perche-il-colore-di-capelli-cambia-con-leta
https://it.wikipedia.org/wiki/Melanina
http://www.anagen.net/cape.htm
https://www.dnaexpress.it/genetica/colore-capelli/
https://it.wikipedia.org/wiki/Rutilismo

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