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15 luglio 2019

Gli ingredienti degli shampoo (epoca vittoriana 5) - Capellomanie Storiche



Nello scorso articolo abbiamo scoperto il bon ton del cappello in epoca vittoriana e i modelli per tutte le occasioni e le stagioni.
Oggi torniamo tra le mura domestiche e andiamo alla scoperta degli ingredienti uno dei rituali cosmetici più importanti per la dama vittoriana: lo shampoo, è infatti in questo secolo che lo shampoo inizia a prendere le sembianze di quello che conosciamo noi oggi.
In questo articolo vedremo insieme quali erano gli ingredienti principali che venivano utilizzati per realizzare gli shampoo domestici.
Alcuni di essi hanno proprietà detergenti, altri nutrienti, altri ancora lucidanti ed emollienti. Purtroppo questo elenco è ben lontano dall'essere esaustivo (le ricette del tempo erano tantissime, variavano da famiglia a famiglia, e molte di esse non ci sono pervenute), ma potrà esservi d'aiuto ad avere un'idea più chiara della cosmesi tricologica del tempo.

Borace




Il tetraborato di sodio è un composto naturale che si presenta sottoforma di cristalli bianchi (simili allo zucchero) solubili in acqua. Si forma dalla reazione tra boro e soda e questo lo rende a tutti gli effetti un detergente.
Questa sostanza a contatto con l'acqua sprigiona schiuma, e le sue proprietà antisettiche e antifungine la portarono a essere eletta detergente universale per molti secoli. Ancora oggi il borace è utilizzato in moltissimi ambiti industriali, dalla fabbricazione di detergenti per la casa e il bucato all'industria alimentare, che lo annovera tra gli additivi alimentari con la sigla E 285.
Attualmente sappiamo che il borace è una sostanza che può causare problemi riproduttivi e irritazioni agli occhi, ma in epoca vittoriana non erano conosciute queste controindicazioni e quindi era spesso usato anche per l'igiene personale, incluso il lavaggio dei capelli.
La cameriera della dama vittoriana preparava lo shampoo al borace riempiendo una brocca d'acqua e sciogliendovi all'interno due o tre prese di borace.
Questa soluzione veniva versata lentamente sulla chioma della dama e raccolta in un catino cosicché la chioma potesse restarvi immersa e venire delicatamente strofinata e pulita. Il tutto veniva infine risciacquato con abbondante acqua a temperatura ambiente o tiepida.
Più frequentemente, comunque, il borace veniva aggiunto a preparati a base di sapone per rendere quest'ultimo più facile da rimuovere durante il risciacquo.

Ammoniaca


Non sono riuscita a reperire una ricetta specifica dello shampoo all'ammoniaca, ma essa era utilizzata come ingrediente base in uno shampoo schiarente così da conferire ai capelli uno o due toni più chiari di quello naturale.
Inoltre si suggeriva l'aggiunta di ammoniaca in preparati detergenti destinati ai capelli a chi soffrisse di cute eccessivamente grassa.
L'ammoniaca è una sostanza tossica, altamente allergizzante ed irritante, può causare forti irritazioni all'apparato respiratorio e gravi ulcerazioni agli occhi, ma queste cose all'epoca non si conoscevano, per cui la si suggeriva come componente cosmetico.

Uovo




Lo shampoo vittoriano più famoso, e anche più sano e naturale, è quello di Sissi, che veniva praticato da moltissime dame del tempo. Questo shampoo aveva come base l'uovo (il tuorlo, l'albume o entrambi a seconda degli effetti che si volevano ottenere). L'uovo ha moltissime proprietà cosmetiche, perché è nutriente, emolliente, ricco di elementi utili ai follicoli, è grasso quindi è liposolubile e scioglie i grassi del sebo.
In genere l'uovo veniva utilizzato mixato al limone oppure a una sostanza alcolica (vino, liquore, aceto). Sissi, in particolare, lo utilizzava miscelandolo con del cognac.
Le proporzioni della ricetta variavano a seconda della lunghezza e della massa dei capelli.
Sissi utilizzava:

  • 14-15 tuorli d'uovo (alcune fonti citano trenta tuorli, ma mi pare un'esagerazione, per cui ci atteniamo al dato più diffuso)
  •  cognac.

Gli ingredienti venivano mescolati in modo omogeneo e lasciati riposare per circa mezz'ora, quindi il composto veniva spennellato su tutta la chioma dalle radici alle punte e lasciato in posa per almeno un'ora.
Alla fine della posa si procedeva con il risciacquo.
Confrontato con altre sostanze presenti in questo elenco, comprendiamo anche perché l'uovo fosse già al tempo considerato il migliore amico dei capelli.



Per capelli particolarmente delicati, chiari, sottili, che sarebbero risultati eccessivamente appesantiti dai tuorli, si suggeriva di praticare lo shampoo utilizzando gli albumi battuti a neve e strofinati con cura sulla cute per una purificazione profonda ma delicata del cuoio capelluto.

Sapone di Castiglia



Uno dei più antichi saponi esistenti al mondo è il sapone di Castiglia, che si realizza utilizzando olio e cenere di erba Kahdi. Si tratta di uno dei primi saponi solidi della storia ed è estremamente delicato nei confronti di corpo e capelli (lo si suggerisce, infatti, come cosmetico per l'igiene quotidiana a chi soffre di dermatite atopica). Le saponette di sapone di Castiglia erano molto in voga in epoca vittoriana come cosmetici per i capelli e per il corpo in generale perché detergono senza essere aggressive nei confronti dell'organismo. Questo tipo di sapone, inoltre, era spesso alla base di ricette per shampoo casalinghi.
Generalmente non lo si utilizzava solido ma "in gelatina".
  • 1 saponetta di Sapone di Castiglia
  • 1 litro di acqua bollente
Si grattugiava l'intera saponetta in un recipiente e vi si versava sopra l'acqua bollente. Si copriva e si lasciava risposare fino al totale scioglimento del sapone.
A questo punto il preparato veniva conservato in un barattolo e utilizzato a cucchiaiate ogni volta che occorreva.


Sali di Tartarico



Si tratta di acidi bicarbossilici diffusamente presenti in natura e precipitati in sali mediante appositi trattamenti (uno di essi, il sale di potassio, si forma naturalmente sul fondo delle botti durante la fermentazione del vino ed era quello più utilizzato), molto solubili in acqua, e si consigliava l'aggiunta di questi sali ai preparati detergenti per mantenere lucente e vivo il colore dei capelli chiari.
Una ricetta per lavare i capelli chiari e sottili è:

  • 5 cucchiaini di sale di potassio
  • 1 pinta di acqua tiepida
Si bagnavano completamente i capelli in questa miscela, massaggiando finché faceva schiuma. Si lasciava in posa circa cinque-dieci minuti, e poi si procedeva con il risciacquo con acqua tiepida.


Limone




Anche il limone, come i sali di tartarico, era suggerito alle chiome bionde per accentuare i riflessi dorati. Di contro, lo si sconsigliava alle chiome scure.
Generalmente questo ingrediente veniva utilizzato in preparati a base di uovo in quanto gli acidi del limone riescono a neutralizzare l'odore sgradevole di un uovo che potrebbe non essere freschissimo

Crusca di grano




La crusca era considerata un elemento importantissimo nella cosmesi tricologica vittoriana, era considerata l'ingrediente di base per lavare i capelli e nel contempo ammorbidirli e ispessirli.
Una ricetta presente nel manuale The Woman’s Own Book of Toilet Secrets che risale agli anni '90 del secolo vittoriano, troviamo questa interessante ricetta:

  • 1 presa di crusca
  • 1 litro di acqua dolce
  • 1 pezzetto di sapone bianco
  • 1 tuorlo d'uovo
In questo preparato l'elemento detergente è il sapone bianco (all'epoca si usava chiamare così il sapone di Castiglia), il tuorlo d'uovo ha proprietà nutrienti ed emollienti, mentre la crusca funge da idratante e da fattore "proteinizzante" (non possiamo propriamente definirla una sostanza in grado di proteinizzare nel senso che intendiamo noi oggi).

La crusca veniva fatta cuocere in acqua per circa trenta minuti, quindi si filtrava l'acqua ottenuta e la si lasciava riposare fino al completo raffreddamento. A questo punto si aggiungeva il sapone grattugiandolo in scaglie minute più facili da sciogliere.
Questo shampoo prevedeva due passaggi. Il primo consisteva nel bagnare una pezza di lino nel liquido ottenuto dalla cottura della crusca e strofinare per bene il panno sulla cute, tirando con accuratezza le file dei capelli affinché il prodotto fosse distribuito uniformemente. Il secondo passaggio consisteva nel battere il tuorlo d'uovo e massaggiarlo sulla cute e il resto dei capelli con le mani.
A questo punto si lasciava in posa per circa quindici minuti e si procedeva col risciacquo.
La crusca veniva anche utilizzata, mischiata alla cipria, come shampoo a secco.

Bicarbonato di Sodio




Il Carbonato Acido di Sodio (è questo il suo vero nome) non ha proprietà detergenti, ma in epoca vittoriana era un ingrediente molto usato da aggiungere ai preparati casalinghi. Si reputava ne migliorasse la resa, e ancora oggi ci sono persone convinte che il bicarbonato possa effettivamente sgrassare e purificare i capelli.
In realtà il bicarbonato non sgrassa, e usarlo da solo per lavare i capelli significa non lavare nulla, sprecare materia prima e col tempo rischiare di incorrere in dermatiti e disidrosi, senza contare che sul lungo periodo questa sostanza rovina i capelli e ne favorisce la disidratazione.
Il bicarbonato è una sostanza a pH alcalino, e questo, come ben sappiamo, favorisce il sollevamento delle lamelle della cuticola, permettendo al sapone di pulire i capelli più in profondità. E' però a causa del pH alcalino che il bicarbonato, tanto proposto oggi come shampoo no-poo, è qualcosa che io sconsiglio.
Le donne vittoriane lo sapevano meglio di noi al giorno d'oggi che il bicarbonato servisse a poco, da solo, infatti lo utilizzavano solo come ingrediente aggiuntivo in caso di capelli particolarmente sporchi e grassi, perché ne avevano intuito le proprietà seboregolatrici.

Miele




Il miele veniva aggiunto a molte ricette destinate ai capelli biondi o rossi per ravvivarne il colore, idratare e condizionare le chiome sottili e ricce senza appesantire.
Noi al giorno d'oggi potremmo domandarci il senso di utilizzare sostanze condizionanti, idratanti o proteinizzanti in preparati di lavaggio, ma la realtà è che i prodotti industriali attualmente a disposizione ci hanno abituati a un lavaggio estremamente veloce (spesso troppo, che ci induce a lavare male i capelli e poi dare la colpa al prodotto e non alle nostre incapacità), che impedisce a qualsiasi sostanza utile aggiuntiva di venire assorbita. Ma lo shampoo vittoriano era uno shampoo-impacco, che talvolta restava in posa anche una o due ore, e questo permetteva il completo assorbimento da parte della chioma degli ingredienti cosmetici aggiuntivi a quelli detergenti.

Gli idrolati




Amati ancora oggi, i distillati vegetali divennero un must in epoca vittoriana. I più amati erano gli idrolati di rose e di amamelide.
L'uso degli idrolati aveva lo scopo di utilizzare acqua pura, profumata e dotata di tutte le proprietà che la distillazione aveva trasferito dalle piante all'acqua.

Le tisane




Un'importanza cruciale nella cosmesi tricologica vittoriana era rivestita dalle tisane, ma non da bere, da utilizzare come acqua di risciacquo.
Tutte le donne vittoriane che potevano permetterselo, infatti, chiudevano il risciacquo utilizzando una tisana così da ottenere un triplice effetto:
  • lucidare i capelli
  • rinvigorire il colore
  • profumare la capigliatura 
Le tre tisane più quotate dell'epoca vittoriana erano:

  • tè nero
  • decotto di rosmarino
  • camomilla (per le chiome chiare)
Ma possiamo trovare anche infusi di violetta, di rosa, di mughetto e di altri fiori dal delicato profumo. Generalmente si preparavano uno o due litri di tisana così da risciacquare abbondantemente tutta la chioma.
Spesso queste tisane venivano utilizzate anche tra un lavaggio e l'altro per andare a rinfrescare i capelli e recuperare lucentezza e vigore.

Gli aceti profumati



Il risciacquo finale della dama vittoriana però non poteva dirsi completo se alla tisana non veniva aggiunto qualche cucchiaio di aceto profumato.
Perché sì, sono state le capellone vittoriane a inventare il risciacquo acido.
Generalmente si utilizzava l'aceto di mele cui venivano aggiunte diverse prese di fiori freschi accuratamente lavati e asciugati.
Si lasciava il composto a riposare dai dieci ai quaranta giorni, quindi si filtrava e l'aceto per capelli era pronto per preparare l'ultimo risciacquo dei capelli.

Gli oli profumati




Mancando le competenze e i mezzi per avere un'igiene adeguata, i cattivi odori erano all'ordine del giorno. Ciò rendeva necessario ricorrere a sistemi per nascondere le puzze, e un grande alleato per mantenere i capelli profumati era l'olio profumato.
L'olio profumato non è l'oleolito (di cui abbiamo parlato QUI), ma un olio emulsionato con un idrolato e applicato ciocca per ciocca dopo lo shampoo, quindi accuratamente spazzolato con la cinghialina.
Emulsionare l'olio con l'idrolato garantiva l'idratazione dei capelli e la protezione dei fusti dagli agenti atmosferici, oltre a migliorare la resa delle elaborate acconciature.
In pratica dalla necessità di coprire i cattivi odori è nato il fantastico trattamento panacea di tutti gli inestetismi tricologici che noi chiamiamo leave-in.
Le emulsioni venivano applicate tutte le sere e tutte le mattine e i capelli spazzolati con cura con una cinghialina per distribuire uniformemente il prodotto, garantendo una protezione dei capelli costante nel tempo.
Gli oli prediletti erano quello di  Macassar, l'olio di semi di lino e quello di visone (sì, il povero tenero animaletto), e se ci fa inorridire l'idea di usare grasso animale sui capelli, ricordiamo sempre che nel '700 applicavano il grasso d'orso sotto le parrucche per combattere i pidocchi, per fortuna i vittoriani iniziarono a comprendere che l'uso di grassi di origine animale era controproducente alla salute dei capelli e col tempo furono prediletti sempre di più oli di origine vegetale,



Questo lunghissimo articolo si conclude qui, ma il viaggio nella capellitudine vittoriana prosegue.


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