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16 febbraio 2019

Oleolito, quando l'olio ha i superpoteri - Doni della Natura



Gli oli hanno tantissime proprietà utili alla nostra cosmesi, sono nutrienti, protettivi, emollienti e lucidanti. Esiste però qualcosa di più potente degli oli: gli oleoliti, dei preparati molto facili da realizzare anche in casa e che è possibile creare in modo estremamente personalizzato a seconda delle proprie esigenze.

Che cos'è un oleolito


Con il termine oleolito si intende un olio in cui sono state lasciate macerare con varie metodologie parti vegetali, cosicché l'olio acquisisca alcune proprietà di queste piante, diventando ancora più efficace nei trattamenti cosmetici. Tutti gli oli possono essere utilizzati per realizzare un oleolito, ma solitamente si prediligono gli oli composti principalmente da trigliceridi (olio di semi di girasole, olio d'oliva, olio di palma, olio di cocco, olio di riso) e soprattutto quegli oli provenienti dalle prime spremiture (extravergini).
In queste preparazioni l'olio svolge un ruolo di solvente, andando a disciogliere alcune molecole presenti nelle piante e acquisendone così le proprietà.

Nel linguaggio comune questi oleoliti vengono semplicemente definiti oli, seguiti dal nome della pianta di cui hanno assunto le proprietà, e nell'antichità erano denominati oli medicinali oppure tinture oleose.

Cosa si usa per realizzare un oleolito


Nell'olio possono essere immesse varie parti di piante officinali o aromatiche. Nel primo caso avremo un oleolito con proprietà fitoterapeutiche e cosmetiche, nel secondo caso avremo un olio olfattivamente più gradevole, ma che di fatto non possiede caratteristiche officinali e cosmetiche così diverse dall'olio semplice.
Le parti vegetali utilizzate possono essere:
fiori
foglie (e piccoli rametti verdi)
corteccia
radici
bacche
frutti/ortaggi
semi
bucce
Per evitare contrasti chimici, è bene non preparare oleoliti immettendo più piante, salvo sia una ricetta collaudata da esperti in erboristica perché potreste incorrere in reazioni allergiche.


Preparare le erbe destinate agli oleoliti

Si consiglia sempre di essiccare parzialmente il vegetale scelto per la preparazione dell'oleolito così da non avere un'estrazione delle proprietà parziale e disomogenea a causa dell'acqua in eccesso, soprattutto quando abbiamo a che fare con parti della pianta molto acquose (fiori e frutti). Eccezione a questa raccomandazione sono i fiori di iperico, che vanno utilizzati freschi.
Se il vegetale scelto è stato raccolto personalmente da noi o acquistato fresco, laviamolo accuratamente con acqua corrente, sgoccioliamo per bene, se occorre eliminiamo l'acqua in eccesso asciugando sommariamente le parti con un canovaccio morbido.
Disponiamo le parti della pianta abbastanza sparse su una rastrelliera ricoperta da una garza o un canovaccio di tela in un ambiente ventilato e asciutto ma ombreggiato (la luce può distruggere molte delle sostanze benefiche contenute). Non occorrono grandi spazi e grandi spese per una rastrelliera per le erbe, va benissimo anche un metro quadrato di tela o garza da appendere per i 4 angoli allo stendino per i panni senza che faccia troppa conca. Lo stendino potrà essere posizionato nella stanza della casa che riceve meno luce diretta del sole (no bagno e no cucina, troppi vapori che originano umidità).
Lasciamo essiccare almeno mezza giornata (anche 24 ore se si tratta di parti di pianta molto acquose) e solo a quel punto possiamo procedere con la preparazione dell'oleolito.
Se invece la pianta è stata acquistata già essiccata non occorre lavare e si può procedere direttamente con l'estrazione.


Come si prepara un oleolito


Esistono vari metodi per realizzare un oleolito, e in genere il metodo viene determinato dalle caratteristiche dell'olio e della pianta coinvolti nel processo.
In tutti i casi la parte vegetale deve essere correttamente lavata, lasciata asciugare e spezzettata, anche grossolanamente.
Possiamo avere dei metodi a caldo, che sfruttano le fonti di calore (naturali o artificiali), oppure metodi a freddo.
Quando prepariamo un oleolito a freddo o sfruttando fonti di calore naturali, per migliorare la conservabilità dell'olio e nel contempo potenziarne il potere estrattivo, è bene cospargere la superficie dell'olio in cui è immersa la pianta con una piccola presa di sale grosso.

Macerazione


Si inserisce la parte di pianta scelta in un contenitore sterilizzato di vetro scuro e si versa l'olio selezionato fino a ricoprire il vegetale. Si sigilla il contenitore e si lascia riposare dai 20 ai 40 giorni in luogo fresco e asciutto, lontano da fonti di luce e di calore, agitando il contenitore quotidianamente per favorire "l'estrazione" delle sostanze dalla pianta.
Passato il periodo prestabilito, l'olio viene filtrato per eliminare la pianta etravasato in un contenitore di vetro scuro sterilizzato.
Questa metodologia è la più lunga, ma è anche quella che garantisce il risultato più sicuro se non abbiamo approfondite conoscenze di chimica e non conosciamo la termolabilità dell'olio e della pianta che abbiamo scelto, oppure se stiamo lavorando con oli particolarmente delicati dal punto di vista della termolabilità. Non può essere utilizzata con piante fresche, ma solo ed esclusivamente con parti essiccate del tutto o parzialmente.

Decotto


Si immettono l'olio e la pianta scelta in un pentolino in acciaio con fondo rinforzato (mai utilizzare pentolini di alluminio perché durante la cottura si rischiano processi ossidativi che invalidano tutto il procedimento) e si cuoce il tutto a fuoco dolce, mescolando periodicamente, fino all'ebollizione dell'olio. L'ebollizione deve essere mantenuta per 3-4 minuti, dopodiché si spenge il fuoco, si lascia intiepidire e si versa l'olio filtrato in un contenitore sterilizzato di vetro scuro.
Questo metodo è molto rapido, ma va utilizzato solo quando abbiamo a che fare con un olio non termolabile.


Infuso



Si mette l'olio in un pentolino in acciaio con fondo rinforzato e si cuoce a fuoco dolce. Al momento dell'ebollizione, si spegne il fuoco e si aggiunge la pianta, lasciando riposare il preparato dai 5 ai 20 minuti, si lascia raffreddare e poi si filtra l'olio conservandolo in un contenitore sterilizzato di vetro scuro.
Come per la metodologia del decotto, anche questo metodo è destinato agli oli non termolabili.

Digestione solare


Questo metodo è una via di mezzo tra il primo e gli altri due già analizzati e sfrutta il calore naturale del sole. Immettiamo la pianta in un contenitore sterilizzato di vetro scuro, ricopriamola con l'olio scelto e poniamo il contenitore dove può essere raggiunto dalla luce solare. Lasciamo macerare per un periodo che va dai 6 ai 30 giorni, agitando il contenuto quotidianamente. Passato il periodo stabilito, filtriamo e conserviamo in un contenitore sterilizzato di vetro scuro.
Questo metodo è meno invasivo di quelli che fanno uso di fonti di calore molto elevato, ma è comunque sconsigliabile quando si sceglie un olio termolabile e/o vogliamo un oleolito che ci offra anche le proprietà di sostanze termolabili e più volatili (come alcuni aromi) presenti nella pianta che abbiamo scelto.
Anche questo metodo, come quello della macerazione, va evitato quando si utilizzano piante fresche come nel caso dell'iperico.

Come sterilizzare i contenitori in vetro per gli oleoliti


Per la sterilizzazione occorrono:
1 pentola capiente abbastanza da accogliere i nostri barattoli/bottiglie
1 canovaccio medio-grande
altri canovacci più piccoli
acqua
Prendiamo la nostra pentola e distendiamo al suo interno, in modo che vada a coprire anche i bordi, il canovaccio grande.
Mettiamo i contenitori nella pentola con l'imboccatura rivolta verso l'alto e poniamo tra essi gli altri canovacci cosicché i barattoli non si tocchino tra loro.
Riempiamo d'acqua fino a ricoprire (e riempire) completamente i barattoli e accendiamo il fuoco a fiamma media e portiamo a ebollizione.
Arrivati alla bollitura, abbassiamo la fiamma e lasciamo sobbollire per 20 minuti.
Dopo 20 minuti, aggiungiamo "alla cottura" anche i coperchi dei contenitori e facciamo cuocere altri 10 minuti.
Spegniamo il fuoco e lasciamo raffreddare.
Una volta che acqua (e barattoli) saranno raffreddati, estrarre i contenitori e i tappi e lasciar sgocciolare sottosopra fino alla completa asciugatura. Per sicurezza, prima di utilizzarli passiamo l'interno con un canovaccio per eliminare eventuali residui d'acqua.


Come si conserva un oleolito


L'oleolito è un preparato che ha una durata medio-lunga (6-8 mesi fino a 1 anno) a seconda della resistenza all'irrancidimento dell'olio base utilizzato.
Va conservato in contenitori perfettamente sterilizzati e asciugati, posti in ambiente fresco, asciutto, lontano dalla luce e dalle fonti di calore/freddo, questo perché sia luce che alterazioni delle temperature possono andare a denaturare determinati elementi (principalmente dei vegetali) e ridurre l'effetto officinale dell'oleolito stesso, invalidando tutto il processo di potenziamento.
Quando prepariamo un oleolito utilizzando un olio termolabile è bene moderarsi con le quantità (50 o 100 ml alla volta saranno sufficienti) così da non correre il rischio che irrancidisca ed essere costretti a buttare il frutto di tanto lavoro (nostro e di Madre Natura), perché una cosmesi consapevole passa anche dalla riduzione degli sprechi.

Come si usa un oleolito


L'oleolito può essere usato in tutti i trattamenti che prevedono l'uso di oli semplici, quindi come impacco nutriente pre-shampoo, come leave-in protettivo, come nutrimento per la pelle, per la pulizia profonda del viso, oppure per uso interno e/o aromatico per condire  le pietanze (ovviamente solo nel caso si sia utilizzata come sostanza potenziante una pianta o parte di essa che sia commestibile e non tossica).
Nei casi in cui l'oleolito debba essere utilizzato sull'epidermide (applicazioni in cute e sulla pelle di viso e corpo) è bene fare un test per eventuali reazioni allergiche (utilizzare una goccia di prodotto e applicarla in un punto del corpo mediamente delicato come ad esempio l'interno del polso, e attendere 24 ore. Se, trascorso il lasso di tempo, non ci sono state reazioni, allora si può procedere con l'uso del prodotto).
L'oleolito una volta applicato sulla pelle va massaggiato con cura, la frizione e la pressione delle mani sulla pelle, infatti, andranno a produrre calore e nel contempo stimolare il circolo sanguigno, favorendo l'assorbimento rapido del prodotto da parte della pelle.

Errori da non fare


Non sterilizzare i contenitori destinati agli oleoliti Lavare con acqua e sapone in questi casi non basta, occorre sterilizzare il contenitore (e il coperchio)

Non asciugare i contenitori destinati alla preparazione/conservazione dell'oleolito La presenza di residui di acqua darebbe origini a reazioni chimiche che portano all'alterazione prematura del preparato

Non filtrare l'oleolito alla fine del processo di cottura/macerazione Alla fine della preparazione la pianta che abbiamo utilizzato deve essere rimossa dall'olio per evitare che scarichi anche sostanze inutili che rischiano solo di ridurne l'efficacia.

Conservare gli oleoliti nel posto sbagliato Gli oleoliti hanno un equilibrio chimico più delicato degli oli semplici, per questo motivo è importantissimo conservarli lontani da fonti di luce e di calore.
Evitiamo di conservarli nei pressi di fornelli, forno, frigorifero, forno a microonde, lavastoviglie e altri strumenti che quando sono attivi tendono a surriscaldarsi.
Evitiamo di conservarli in dispense "a vista" con porte in vetro perché sì, saranno anche belli da vedere esposti in una sorta di vetrina del naturale, ma così se ne perdono le proprietà.
Evitiamo di conservarli in un mobile che durante la giornata viene colpito dalla luce diretta del sole
Evitiamo di conservarli nel bagno perché i vapori della doccia rendono l'ambiente umido, il calore della lavatrice causa piccoli sbalzi di temperatura (soprattutto se il bagno è molto piccolo) e questo può compromettere la conservazione dell'oleolito
Il posto ideale è un mobile che abbia le porte di legno (o di qualsiasi altro materiale impedisca il passaggio della luce) e che sia posizionato lontano dalle fonti di calore e irraggiungibile dalla luce solare.

Immergere le dita nel contenitore dell'oleolito quando lo usiamo A causa della carica batterica naturalmente presente sulle mani, è bene prelevare l'oleolito con un cucchiaio (meglio se di plastica) o con un contagocce così da non andare a contaminare l'olio presente nel contenitore col rischio di causare alterazioni del prodotto.

Immergere nel contenitore oggetti di metallo Se non abbiamo cucchiai o cucchiaini di plastica per prelevare il prodotto dal contenitore, possiamo utilizzare posate in metallo, ma a questo punto versiamo delicatamente l'olio dal contenitore alla conca del cucchiaio per evitare che il contatto col metallo possa causare l'ossidazione degli elementi più delicati del preparato.

Focus:
Routine Trifase: Nutrizione (link di prossima attivazione)
Leave-in
Oleoliti per stimolare la crescita dei capelli (link di prossima attivazione)

2 commenti:

  1. C'è un oleolito che ha come proprietà quella di stimolare la crescita dei capelli, infoltirli e/o rinforzarli?
    Ad esempio potrebbe essere utile, nel mio caso, olio di oliva + rosmarino?
    Si possono fare dei mix?

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    Risposte
    1. Gli oleoliti possono avere tutte le proprietà che hanno i singoli oli o le singole piante che vai a mixare insieme.
      Per un oleolito follicolostimolante io ti suggerirei olio di cocco e zenzero.
      Si possono anche mixare più oli o più vegetali :)

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